Svimez, crolla il Pil nel Mezzogiorno


28 settembre 2012
Negli ultimi cinque anni, dal 2007 al 2012, il Pil del Mezzogiorno è crollato del 10%, ritornando ai livelli di quindici anni fa. Nel 2012 mentre il Pil italiano dovrebbe far registrare un calo del 2,5%, quello del Sud dovrebbe scendere al -3,5%. Sono le previsioni del 'Rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno 2012', presentato nei giorni scorsi, nel quale si sottolinea che a causare il calo del Pil meridionale sono da un lato il forte calo dei consumi e dall'altro il crollo degli investimenti (-13,5% al Sud, contro il -5,7% del Centro-Nord). Crollo che, nel settore delle costruzioni, assomiglia a una vera e propria debacle: -15,5% nel 2012. Pesante, in particolare, la fotografia dell'andamento del settore scattata dalla Svimez: tra 2007 e 2011 le costruzioni hanno perso il 18,3% degli investimenti, annullando così la crescita registrata dal 2000 al 2007. Lo scorso anno il valore aggiunto del settore, sempre secondo la Svimez, è sceso del 2,8%, soprattutto a causa del risultato negativo del Sud (-5,4%, contro il -2,8% del Centro-Nord). In cinque anni (2007-2011), gli investimenti nelle costruzioni sono diminuiti al Sud del 24%, mentre al Nord del 16%. In calo anche l'occupazione nel settore, che al Sud nel 2012 diminuisce del 4,6% (-24mila posti di lavoro), mentre al Nord dell'1,1%. In valori assoluti, si legge ancora nella ricerca, dal 2008 al 2011 il settore dell'edilizia ha perso oltre 125mila occupati su tutto il territorio di cui 98mila nel Mezzogiorno, pari al 77%.

Quanto alle previsioni 2013, si legge nel Rapporto Svimez, il Pil dovrebbe far registrare un'inversione di tendenza, con un +0,1% su scala nazionale (+0,3% nel Centro-Nord e -0,2% al Sud).
Un capitolo ad hoc del Rapporto è dedicato all'impatto sul Sud delle manovre pubbliche. Le quattro manovre effettuate tra 2010 e 2011, approvate dal precedente e dall'attuale Governo, sostiene la Svimez, hanno un impatto complessivo sul Pil più forte nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord. L'effetto depressivo del Pil sarebbe nel 2012 del -1,1% a livello nazionale, ma assai differente a livello territoriale: -0,8% nel Centro-Nord contro il -2,1% al Sud. Da segnalare che a pesare sull'impatto delle manovre sul Sud è, per circa il 75%, la caduta degli investimenti, responsabile di un calo del Pil di 1,7 punti percentuali, sui complessivi 2,1. Dalle elaborazioni Svimez risulta il forte peso dei tagli operati dal precedente Governo al Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas) sulla dinamica degli investimenti al Sud.
Un quadro drammatico, che porta la Svimez a paventare per il Mezzogiorno italiano il rischio di 'desertificazione industriale e segregazione occupazionale' e che richiede, si legge nel Rapporto, 'maggiore efficienza delle amministrazioni nazionali e regionali nello spendere le risorse ancora disponibili dei Fondi strutturali, capacità di orientarli e concentrarli su un piano di interventi infrastrutturali e di politica industriale attivabili a breve termine'. Cruciale inoltre, secondo la Svimez, 'una diversa considerazione della spesa per investimenti nel Patto di Stabilità europeo, a sostegno della cosiddetta golden rule. Si tratta di una politica che permetterebbe nel medio periodo di rendere il processo di risanamento compatibile con l'esigenza di non aggravare la dinamica recessiva in corso, evitando i rischi di derive greche'.
In allegato, i comunicati stampa Svimez e la nota di sintesi

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