Appalti pubblici: al via il bando-tipo


18 ottobre 2012

Trasparenza. Più difficili le gare «mirate»
Al via il bando-tipo: regole uguali per tutti
Sergio Santoro la definisce una misura «moralizzatrice», che assume «particolare rilevanza nel momento in cui in Parlamento si discute di regole anti-corruzione». Di certo il bando tipo firmato ieri dal presidente dell'Autorità prova a dare un indirizzo univoco alle stazioni appaltanti, nel tentativo di 'standardizzare' le procedure di gara e favorire la massima partecipazione delle imprese. Da oggi, la determinazione n. 4/2012, con le «indicazioni generali per la redazione dei bandi di gara ai sensi degli articoli 64-bis e 46, comma 1-bis del Codice dei contratti pubblici» è operativa (e scaricabile dal sito di Edilizia e Territorio). Rispetto alla bozza messa in consultazione lo scorso luglio ci sono delle novità. Non nella impostazione generale della determinazione. L'obiettivo rimane quello di «ridurre il potere discrezionale della stazione appaltante», limitando «le numerose esclusioni che avvengono sulla base di elementi formali e non sostanziali, con l'obiettivo di assicurare il rispetto del principio della concorrenza e di ridurre il contenzioso negli appalti». Non cambia neppure il numero complessivo delle cause di esclusione espressamente indicate da Via Ripetta: sono circa un'ottantina e vanno considerate «tassative».
La novità principale riguarda l'ulteriore giro di vite sulla possibilità che le stazioni appaltanti compiano scelte diverse da quelle indicate nel bando-tipo. Le deroghe, intese come «la previsione di ulteriori ipotesi di cause di esclusione», scrive l'Autorità, devono esse motivate espressamente» ed esplicitate «nella delibera a contrarre». Non si può comunque andare oltre i confini previsti dalle norme che prevedono soltanto tre tipologie generali di cause di esclusione: gli adempimenti previsti dal Codice dei contratti (Dlgs 163/2006) e dal suo regolamento attuativo (Dpr 207/2010), la carenza di elementi essenziali dell'offerta, le irregolarità relative agli adempimenti formali di partecipazione alla gara. Da parte sua la determinazione - in tutto 49 pagine - prova a fornire un elenco il più possibile dettagliato, distinguendo i comportamenti da punire con il cartellino rosso, dagli errori veniali, magari sanabili in corso di gara, con integrazioni alla documentazione. Tra gli esempi forniti da Via Ripetta nel bando-tipo il blocco più numeroso riguardala carenza di requisiti, ma non sono poche neppure le violazioni formali - come la mancata presentazione del documento di identità in allegato alle dichiarazioni sostitutive - che possono comportare l'estromissione dalla competizione.
Definite le regole generali, con l'indicazione delle cause di esclusione da considerare tassative, il lavoro dell'Autorità si concentra ora sulla messa a punto dei bandi-tipo per categorie di appalti. In fase avanzata di lavorazione ci sono modelli relativi ai lavori pubblici e ai servizi di progettazione. Arriverà uno standard anche per i bandi che prevedono la realizzazione di opere pubbliche con l'apporto di capitali privati, come nel caso del project financing o del leasing in costruendo. L'obiettivo finale è realizzare una sezione del sito dell'Autorità nella quale le stazioni appaltanti potranno scaricare un bando - già pronto e a prova di ricorso - semplicemente indicando le coordinate fondamentali dell'attività da affidare. «Per chi non si adeguerà potranno scattare i ricorsi all'Autorità Antitrust - annuncia il presidente Santoro. Tra qualche mese trarremo i primi bilanci».