Il razionamento del credito a livelli insostenibili


11 dicembre 2012

A giugno 2012, la stretta del credito nei confronti del settore delle costruzioni ha raggiunto il livello più alto dall'inizio della crisi.
Nel complesso, invece, i finanziamenti a medio-lungo termine sono calati dell'8% nel periodo 2007-2011.
I mutui per investimenti nell'abitativo sono diminuiti, invece, del 38% e nel non residenziale del 44,4%.
Dal confronto con gli altri settori economici, emerge che le costruzioni hanno subito la maggiore restrizione da parte delle banche. Sempre nel periodo 2007-2011, il flusso di finanziamenti per investimenti in macchinari e attrezzature sono aumentati del 46%.
Nel primo semestre 2012 (rispetto al primo semestre 2011), la situazione è peggiorata: nel complesso, i finanziamenti a medio lungo termine sono scesi del 9% mentre nel settore abitativo si è avuta un'ulteriore restrizione del 20%, nel non residenziale il calo è stato del 33%. Gli investimenti in macchinari e attrezzature, invece, nello stesso semestre hanno visto un ulteriore incremento: +12%.
Anche la domanda immobiliare ha subito un forte razionamento: i mutui erogati per l'acquisto di abitazioni da parte delle famiglie hanno registrato un calo del 21,6% nel periodo 2007-2011, con un -48% nei primi sei mesi del 2012.
Nello stesso periodo, però, i finanziamenti alle famiglie per l'acquisto di beni durevoli hanno subito un calo molto più limitato, -9%.
Questo andamento diversificato nel finanziamento dei settori economici ha portato a marcati cambiamenti nel credito a medio lungo termine: la quota dei prestiti per i finanziamenti in costruzioni si è dimezzata, passando dal 12% al 7% del totale erogato e lo stesso è avvenuto per i mutui per l'acquisto di immobili (passati dal 18% al 11%). Al massimo, gli altri settori hanno mantenuto immutata la propria quota di mercato ma, in alcuni casi, si sono registrati sensibili aumenti.
Purtroppo, le previsioni di Banca d'Italia non sono ottimistiche: secondo il Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, la decrescita dei mutui immobiliari proseguirà nei prossimi mesi, almeno fino alla metà del 2013.
Questa evoluzione era, purtroppo, prevedibile.
Un razionamento di queste proporzioni, infatti, ha determinato la creazione di circoli viziosi che, oltre a danneggiare seriamente le imprese di costruzioni, peggiorano la situazione economico-finanziaria delle stesse banche.
Nel caso delle imprese impegnate nei lavori pubblici emerge una domanda di credito crescente e una grande difficoltà ad accedere ai finanziamenti bancari, soprattutto per le anticipazioni su fattura; questa dinamica sta provocando forti tensioni economico-finanziarie, acuite anche dalle pressanti richieste di rientro da parte delle banche, che sfociano, nella maggior parte dei casi, in situazioni di crisi aziendali.
Anche nell'edilizia privata questa fortissima restrizione, sia a monte, vale a dire nel finanziamento di nuove operazioni, che a valle, ovvero nei finanziamenti alle famiglie per l'acquisto delle abitazioni, sta provocando sofferenze da parte delle imprese e situazioni di crisi ''indotta''.
A fronte delle chiare problematiche delle banche nella raccolta a medio e lungo termine, è necessario trovare, al più presto, delle soluzioni, altrimenti interi settori bloccheranno la loro attività.
In Italia si sente forte l'esigenza di sviluppare strumenti finanziari specifici che consentano di riattivare il circuito del credito a medio-lunga scadenza, qualcosa di simile alle ''cartelle fondiarie'', strumenti grazie ai quali sono stati compiuti i maggiori investimenti del nostro Paese.
In allegato il capitolo ''Il credito nel settore delle costruzioni'', estratto dall'Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni, dicembre 2012.

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