Buzzetti: basta rinvii sui pagamenti. Le risorse disponibili vanno usate subito


26 marzo 2013

L'intervista al presidente dell'Ance
Buzzetti: «Un altro rinvio, che suicidio»
«Bisognava fare qualcosa subito. Rinviare ancora mi sembra davvero assurdo, direi inaccettabile. Mi auguro che non sia così». Non nasconde il suo sconcerto Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance, al termine del Consiglio dei ministri che ha scongelato, rinviando però l'iniziativa al prossimo Governo, una parte dei crediti che le aziende vantano verso la Pa.
Sembra proprio che il Governo abbia partorito il topolino.
«Il quadro non è ancora chiaro. Certamente mi sarei aspettato una decisione operativa già in questo Consiglio dei ministri, forse l'ultimo della legislatura. Un decreto ad hoc per dare ossigeno alle imprese che stanno morendo e invece...»
Deluso dal premier Monti e dal ministro Grilli?
«Mi sembra che al di là degli obiettivi fissati, liberare 20 miliardi nella seconda parte del 2013 e altri 20 il prossimo anno, di fatto ci sia stato un altro rinvio, purtroppo l'ennesimo. E questo, se fosse davvero così, sarebbe un fatto davvero inaccettabile, scollegato da una realtà sempre più preoccupante per il mondo delle imprese».
Che cosa si sarebbe aspettato?
«Un colpo d'ala. Fino ad oggi il meccanismo di certificazione messo a punto dal Tesoro ha liberato solo 3 milioni. Mettendo in evidenza solo la farraginosità del sistema prescelto. Ora invece spetterà al prossimo Governo, così almeno ha spiegato Monti, varare dei decreti ad hoc. Mi chiedo perchè l'Esecutivo non si sia mosso già sei mesi fa, visto che io non credo alla favola
dei vincoli europei».
In che senso?
«Mi spiego. Quando i nostri funzionari hanno incontrato quelli di Bruxelles, è emerso chiaramente che sarebbe stato semplice e veloce liberare subito almeno 12 miliardi. Soldi nelle casse dei Comuni virtuosi che sarebbero potuti andare ai fornitori e che invece inspiegabilmente non sono stati usati».
Perchè, secondo lei?
«Perchè il Governo non ha mai dato, pur potendo, il via libera ad allentare il patto di stabilità interno. Un errore gravissimo. Liberare quelle risorse sarebbe stato vitale per migliaia di imprese e, soprattutto, non avrebbe violato nessuna direttiva europea».
Di rinvio in rinvio, quanto possono reggere le imprese creditrici?
«L'allarme rosso è scattato da mesi. Sono già migliaia le imprese che sono fallite perchè non hanno ricevuto quanto dovuto dalla pubblica amministrazione. E migliaia sono in grave difficoltà. Tutta la filiera, penso soprattutto al settore delle costruzioni, è sotto pressione. Si fallisce, ed è questo il paradosso, per poche migliaia di euro mentre magari si vanta dallo Stato un credito rilevante».
è possibile che l'Esecutivo abbia sottovalutato il problema?
«Non so più che pensare. Senza aziende il Paese si ferma. Questo è chiaro a tutti. Lo Stato, giustamente, pretende il pagamento delle tasse, così' come è giusto pagare gli stipendi, in fondo chiediamo solo che ognuno faccia la propria parte e quindi la Pa paghi i suoi debiti».
Altrimenti?
«Mi auguro che l'Anci riesca a sbloccare i 12 miliardi che i Comuni hanno in cassa, una mossa che si può fare immediatamente. Non fare nulla, ripeto, sarebbe inaccettabile. Ancora più grave sarebbe privilegiare questo o quel settore».